Una nave protesa in mare, il nucle antico di Capoliveri e’ tutto raccolto sulla sommita’ di una dorsale isolata. Qui gli etruschi avevano fondato un villaggio fortificato in posizione strategica per il controllo dei due mari, quello di ponente che guarda il versante di Marina di Campo e quello di Meridione su Porto Azzurro.
Forse e’ nata cosi’ l’immagine diffusa e suggestiva che paragona il borgo di Capoliveri ad una nave, con la prua rivolta verso il mare.
Fonti documentarie attestano che all’vveo della dominazione pisana nel XII secolo, l’unica citta’ fortificata dell’isola d’Elba era Capoliveri, proprio per la grande importanza economica e produttiva della vena di ferro che ha segnato la storia di questo paese e del suo territorio.
Capoliveri fu rasa al suolo nel 1544 ad opera del Corsaro Barbarossa, e le sue mura, successivamente ricostruite, furono ridistrutte nel 1708 dal generale spagnolo Pinel.
Durante l’amministrazione lorenese, Capoliveri seppe trovare una via autonoma alla rinascita con il riattivarsi dell’agricoltura, con il commercio del vino e degli ortaggi e il frte incremento della produzione – di grandissima iportanza fino alla seconda meta’ dell’800 – del minerale ferroso cui vennero applicate nuove e piu’ “moderne” tecnologie.
Alla fine del XIX secolo si presentarono anni dri a causa della filossera che colpi’ i vigneti e costrinse molti abitanti ad emigrare. Una seconda ondata di emigrazione si verifico’ nel secondo dopoguerra dovuta anche alla chiusura dello stabilimento ELBA, Societa’ anonima di miniere e altiforni, fondata a Portoferraio nel 1897.
Negli anni ’70 del 900, con la chiusura delle miniere di ferro, il turismo a sostituito ogni altra forma di produzione economica a Capoliveri.